Intestazione Rivista Psicologia dell'Educazione
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La rivista quadrimestrale a carattere scientifico e professionale si rivolge a insegnanti, dirigenti scolastici, operatori dei
contesti educativi e formativi, psicologi dello sviluppo, dell’educazione e della formazione e vuole essere espressione della ricerca psicologica nell’ampio e variegato settore educativo

Il secondo numero del 2019 propone diversi temi educativi come nella filosofia della rivista, ma ci sembra che vi sia un tema che costituisce il nucleo monotematico e che, al di là delle specifiche sfaccettature che assume nei differenti contributi, offre l’occasione per riflettere su un elemento altamente educativo e impattante nella crescita delle persone.

Parlare di orientamento significa parlare di motivazione, di autonomia, di progetti futuri. Significa riflettere sui tempi propri della costruzione identitaria e di come questa costruzione si fondi fortemente sull’educazione e sui luoghi e sui momenti in cui chi educa supporta nell’orientarsi le generazioni in formazione.

Orientarsi e iniziare a definire attraverso scelte sempre più specifiche il proprio futuro è una sfida esaltante, ma anche una possibile fonte di ansia e paure: scegliere comporta sempre tralasciare qualcosa in favore di altro, significa mettersi alla prova con le competenze che già si possiedono individuando anche quelle su cui ancora si deve lavorare, significa dare spazio ai propri desideri, ma passando attraverso un esame di realtà che consolidi il proprio progetto.

Se la famiglia è luogo fondamentale per sostenere e accompagnare il bambino/ragazzo nelle scelte, la scuola e i contesti educativi lo diventano soprattutto quando le competenze di orientamento assumono un ruolo centrale nella scelta del percorso scolastico e di vita. I contributi del nucleo monotematico “Orientare nella complessità tra conoscenza di sé e consapevolezza delle proprie abilità” offrono spunti davvero interessanti e molto contemporanei su questo tema. All’interno del nucleo, che si apre con una riflessione più fondativa sul senso dell’orientare di Speranzina Ferraro, troviamo poi la presentazione di due progetti – improve di Bertuggia e Romio e Con.D.Or di Gualdi, Carelli, Lizzori e Zanetti – che, con obiettivi diversi, propongono percorsi funzionali alla promozione di competenze legate e all’apprendimento e alla conoscenza di sé e infine una chiusura importante con il contributo di Boerchi sull’importanza di predisporre percorsi che consentano agli studenti stranieri di fare una buona scelta scolastica come reale occasione di inserimento/integrazione nonché crescita personale.

I contributi di ricerca spaziano fra lavori svolti a scuola e altri che si aprono a una lettura dell’educazione più ampia e in chiave preventiva. In questa direzione va il lavoro di Aquilar, Alicandro, De Angelis, De Blasio, Esposito, Miranda, Rea e Bacchini, che propongono un’esperienza di peer education volta alla prevenzione del bullismo, confermando a partire da essa l’efficacia di questa forma d’intervento e la necessità di lavorare sulle ormai molteplici e sempre più diffuse forme di bullismo.

Di didattica innovativa parlano i due contributi successivi: nel lavoro di Lazzaretti, Cadumuro, Di Bernardo e Pecini si propone un confronto fra la didattica tradizionale e la flipped classroom (che nel caso specifico porta a un miglioramento nei processi di metacognizione), mentre nell’esperienza di Derba, Calabretta e Cavallini si presenta un intervento volto a promuovere l’autonomia scolastica attraverso l’uso dei social network (con un miglioramento nella gestione dei compiti e nel metodo di studio).

Chiude il numero una breve nota di ricerca di Pelizzoni, Lombardi, Sacchetti, Marchi e Cavallini sull’interessante tema delle competenze specifiche sviluppate durante un tirocinio post lauream in Psicologia offrendo utili spunti per una loro implementazione e valutazione in termini d’incremento di comportamenti desiderati.

Infine vengono proposte tre recensioni, ancora una volta su temi educativi importanti e di sicuro interesse per chi a diverso titolo di educazione si occupa, quali i bambini con un’alta dotazione intellettiva, l’implementazione di training specifici per l’autostima e il problema del ritiro sociale adolescenziale in relazione ai social network.

 

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