Intestazione Rivista Psicologia dell'Educazione
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La rivista quadrimestrale a carattere scientifico e professionale si rivolge a insegnanti, dirigenti scolastici, operatori dei
contesti educativi e formativi, psicologi dello sviluppo, dell’educazione e della formazione e vuole essere espressione della ricerca psicologica nell’ampio e variegato settore educativo

Apprendimento produttivo,

Corsi di laurea congiunti e trasformazione sociale

Maria Serena Veggetti   

 

Con riferimento ai nuovi bisogni di figure professionali nell’educazione, nelle società odierne, in via di profonde trasformazioni, l’autrice mette a fuoco nell’introduzione il significato che la Psicologia storico-culturale e la Teoria dell’Attività assumono per educazione e istruzione. Nell’esperienza collettiva sociale generatrice dei livelli di funzionamento psichico superiori, propriamente umani, come concettualizzato da Vygotskij (1926), esse raggiungono un più produttivo apprendimento. I Corsi di laurea magistrali in Pedagogia, congiunti tra Università della Russia, dove si prepara una nuova fascia d’istruzione storico-culturale, e Sapienza Università di Roma costituiscono, in base all’esperienza personale dell’autrice, una promettente nuova cooperazione tra società multietniche e multiculturali, per la innovazione dell’attuale formazione di “operatori della scuola”. A conclusione dell’articolo, le collaborazioni internazionali al livello universitario sono presentate come importanti veicoli per predisporre una comparazione di sistemi generali di valutazione in psicologia, di generali strumenti e procedimenti di ricerca e della formazione dei professionisti dell’educazione.

 

 

 

Le rappresentazioni del cyberbullo e della cybervittima

tra gli adolescenti italiani: un’indagine esplorativa

Maria Assunta Zanetti, Mirian Agus, Maria Lidia Mascia, Vanessa Spiga, Maria Pietronilla Penna  

 

In una società ipertecnologica quale l’attuale, caratterizzata da una sempre maggiore possibilità di connessioni costanti, bambini e ragazzi sono precocemente esposti all’utilizzo delle nuove tecnologie, che essi utilizzano per esprimere se stessi e per relazionarsi con gli altri. La mancanza di un’adeguata preparazione all’uso corretto di tali strumenti li espone tuttavia a notevoli rischi: le relazioni interpersonali, infatti, vengono stravolte a tal punto che spesso la dimensione virtuale ha la stessa valenza di quella reale o vi si affianca in modo complementare. Diretta conseguenza è la crescita, negli ultimi anni, di episodi di cyberbullismo che hanno avuto e continuano ad avere significative ripercussioni sul benessere individuale dei singoli soggetti.

Il presente lavoro ha indagato la percezione dei ruoli di cyberbullo e cybervittima in un campione di adolescenti di età compresa tra i dodici e i quindici anni, residenti in Sardegna e in Veneto, attraverso un questionario costituito da 48 item.

I risultati mostrano rappresentazioni eterogenee del cyberbullo e della cybervittima; alcuni di essi esprimono una forte preoccupazione per la diffusione del fenomeno, mentre altri appaiono indifferenti. Tali dimensioni possono essere spiegate in sia relazione al contesto socio-culturale di provenienza sia alle esperienze direttamente vissute.

Le dimensioni individuate permettono quindi di confermare i paradigmi identificati dalla letteratura, consentendoci così di tracciare profili differenziati sulla base dell’esperienza di questo fenomeno. Le differenze di genere che si apprezzano nelle vittime, unitamente alle caratterizzazioni legate all’apparente circolarità del fenomeno, confermano le peculiarità del ruolo di cyberbullo sopra enucleate.

 

 

 

Star bene a scuola per rimanere a scuola

Una ricerca negli istituti tecnici e professionali della Toscana

Silvia Panzavolta, Chiara Laici

 

Il contributo descrive il primo anno di un percorso di ricerca triennale coordinata da INDIRE e orientata a individuare modelli organizzativo-didattici innovativi in grado di contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e di aumentare benessere e successo formativo degli studenti. La ricerca, condotta tramite studi di caso in alcuni istituti tecnici e professionali della Toscana, prende in esame alcune dimensioni considerate determinanti per la prevenzione dell’abbandono scolastico. Ciascuna dimensione è stata analizzata prima e dopo uno specifico percorso di formazione blended rivolto ai docenti sulle metodologie attive, anche con l’uso delle ICT, in grado di aumentare l’engagement degli studenti. In particolare, in questo contributo vengono presentati i risultati relativi all’analisi dei test standardizzati AMOS somministrati agli studenti prima e dopo l’intervento formativo.

 

 

 

Le abitudini di reminiscing in genitori di bambini prescolari e scolari: uno studio esplorativo

Laura Guidotti, Paola Corsano         

 

La letteratura evidenzia che il reminiscing, conversazione tra genitore e bambino su eventi condivisi, favorisce competenze cognitive ed emotive. Tuttavia, le abitudini familiari di reminiscing e il significato che i genitori vi attribuiscono non sono stati sufficientemente studiati.

Il presente studio esplorativo indaga la frequenza con cui i genitori attuano il reminiscing e quali funzioni di esso ritengono importanti. Il Caregiver Child Reminiscence Scale è stato proposto a 63 genitori di bambini prescolari e scolari. I risultati evidenziano come il reminiscing sia una modalità conversazionale comune nelle diadi genitore-bambino e che i genitori la attuino prevalentemente al fine di controllare comportamenti ed emozioni, risolvere problemi, e in misura significativamente minore per favorire le capacità cognitive. Le implicazioni educative di tali risultati sono discusse.

 

 

Relazioni tra motivazione, benessere scolastico, rendimento e intenzione di interrompere gli studi

Maria Giulia Olivari, Gaia Cuccì, Eleonora Mascheroni

 

Il presente studio prende in esame il tema del benessere scolastico in un campione di 163 studenti italiani frequentanti il primo anno di tre istituti scolastici secondari di secondo grado, al fine di indagare: il livello di benessere scolastico; le relazioni tra benessere scolastico e rendimento scolastico; se motivazione e strategie di apprendimento, benessere scolastico e rendimento scolastico svolgono un ruolo nell’influenzare la scelta di interrompere gli studi. I risultati mostrano che motivazione e strategie di apprendimento sono legate al benessere scolastico nelle dimensioni di soddisfazione/riconoscimento e di rapporto con gli insegnanti e al rendimento scolastico. Valore intrinseco, autoefficacia e rapporto con i professori agiscono da fattore di protezione rispetto alla possibilità di interrompere gli studi; al contrario, l’ansia da test appare predire tale scelta.

  

Promuovere le competenze trasversali a scuola: una ricerca intervento

Valentina Ceriali, Luisa Molinari

 

L’articolo descrive una ricerca-intervento che ha coinvolto tre istituti secondari di secondo grado. Sono stati condotti alcuni focus group con docenti e studenti sui seguenti temi: definizione delle competenze trasversali, individuazione di descrittori comportamentali osservabili di tali competenze e analisi degli atti didattici utili a perseguirle. I risultati mostrano che studenti e docenti concordano sull’importanza di competenze personali e relazionali, osservabili soprattutto attraverso l’impegno e il comportamento tenuto in classe e perseguibili in particolare con metodologie didattiche innovative e interattive. Per quanto riguarda le differenze, gli studenti sostengono che spesso la scuola non avvicina i giovani alla comprensione della realtà contemporanea, mentre i docenti lamentano la difficoltà di conciliare gli obiettivi ministeriali, con gli spazi e i ritmi della scuola e degli studenti.

 

 

Risorse e difficoltà in bambini e adolescenti con DSA

Un confronto tra insegnanti e genitori

Silvia Falcone, Elisabetta Raniti, Ilaria Buonomo 

 

Lo studio analizza la presenza di problemi internalizzanti ed esternalizzanti in studenti con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) in relazione alle loro capacità di adattamento. Sono, inoltre, analizzati i livelli di accordo tra genitori e insegnanti nella valutazione di questi problemi. Hanno partecipato genitori e insegnanti di 28 studenti (F=20) tra i 7 e i 17 anni (M=11.36; DS=2.97). I genitori hanno valutato il funzionamento degli studenti coinvolti attraverso la Child Behavior Check List 6-18 (CBCL 6-18: Achenbach & Rescorla, 2001), gli insegnanti con il Teacher Report Form 6-18 (TRF 6-18: Achenbach & Rescorla, 2001). L’adattamento scolastico risulta avere un ruolo protettivo per i problemi internalizzanti (β=-.526, p<.01) ed esternalizzanti (β=-.510, p<.05). Inoltre, genitori e insegnanti sono più concordi nell’individuare problemi esternalizzanti (.029<k<.274) che internalizzanti (.222<k<.455). Si discutono le implicazioni per la promozione del benessere a scuola degli studenti con DSA.

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