Editoriale
Il numero si apre con un nucleo monotematico La scuola ai tempi delCovid-19: dall’e- sperienza alla ricerca che mette al centro un tema – quello della Didattica a Distanza – a lungo oggetto di dibattito negli ultimi messi a livello pubblico. L’emergenza sanitaria che dal gennaio 2020 stiamo vivendo ha richiesto, infatti, che la scuola garantisse continuità nella didattica per favorire il processo d’insegnamento-apprendimento ripensando tempi e modalità. Tuttavia, questa modalità – resa necessaria dalle contingenze – non deve trascurare la dimensione relazionale, centrale nella proposta educativa della scuola dove l’apprendimento ha sempre richiesto che avvenisse in uno scambio reciproco di idee, emo- zioni, di contatti fisici, feedback, sorrisi e quant’altro, attraverso molteplici canali.
In questo anno abbiamo letto giudizi spesso molto negativi, in cui l’accento era messo sulle diverse mancanze: dall’insufficiente preparazione degli insegnanti, alla non disponibilità di mezzi a disposizione di tutti gli alunni, alle difficoltà di gestione a livello familiare e alle inadeguatezze del sistema; ma soprattutto quello che maggiormente è risultato essere un aspetto critico è stata la mancanza di relazioni. I contributi qui presentati vogliono essere una testimonianza diretta di come alunni e insegnanti hanno vissuto soprattutto il primo lockdown in cui vincoli e restrizioni erano molto rigidi ma soprattutto un’esperienza di cui nessuno aveva memoria. Abbiamo quindi voluto dar voce a pensieri, emozioni e riflessioni di ragazze/i di un liceo scientifico, sportivo e musicale, a testimonianza della volontà di reagire e continuare sia pure con altre modalità, a mantenere vivo l’aspetto relazionale dimostrando una buona capacità di resilienza. Segue poi il contributo di Sparaciari, Tam- burnotti e Zanetti in cui si riportano i risultati di un questionario proposto a un gruppo di alunni plusdotati per i quali, soprattutto per i più piccoli, la DaD si è rivelata insod- disfacente, in quanto troppo poco sfidante; tuttavia, laddove insegnanti formati hanno differenziato la proposta didattica è stata accolta con molto favore, in particolare per gli studenti della secondaria di primo grado.
Vengono poi proposte due ricerche: la prima, di Dragone, D’Alise, De Angelis, Esposito e
Bacchini, ha indagato come sia migliorata l’efficacia scolastica di studenti della secondaria di secondo grado a seguito dell’instaurarsi di una relazione supportiva con i docenti; nella seconda, Carelli, Miccoli e Lizzori, affrontano il processo di scelta della scuola secondaria attraverso una batteria di orientamento e laboratorio di decision making proposti in mo- dalità online e confrontati con una popolazione analoga a cui il percorso era stato offerto negli scorsi anni in presenza; si apprezzano differenze soprattutto a livello motivazionale, la motivazione interna risulta più bassa nella proposta online e si osserva, invece, un incre- mento nella motivazione esterna e nella soddisfazione familiare.
Si prosegue poi con una ricerca intervento, l’articolo di Marinoni e Zanetti, che offre stimo- lanti spunti di riflessione a partire dalla presentazione di un training di potenziamento della moralità e delle capacità empatiche con studenti di scuola primaria. Dalla discussione dei risultati si osservano miglioramenti in molte aree per il gruppo sperimentale, nonostante difficoltà organizzative intercorse a seguito legate alla pandemia. Tale aspetto evidenzia le capacità di adattamento dei bambini anche in situazioni stressanti; risulta pertanto efficace integrare l’offerta didattica con progetti d’intervento precoce che favoriscano il benessere individuale a scuola.
Si passa poi a una riflessione teorica, proposta nell’articolo di Giammario, relativamente all’inclusione scolastica attraverso l’analisi di “buone prassi” fondamentali per promuo- vere un’educazione che coinvolga tutti gli studenti in maniera individuale e collettiva. Il tema diventa ancor più importante in un periodo come quello della pandemia, in quanto la distanza sociale e la limitazione della cooperazione hanno portato a rivedere il concetto di apprendimento cooperativo e continuativo rispetto al bisogno del singolo. In tema di promozione di competenze è interessante il contributo di Broli, in cui l’educazione civica viene proposta attraverso contenuti più ampi di quelli esclusivamente didattici con progetti di apprendimento volti a potenziare anche le competenze socio-emotive.
Cuccì e colleghi propongono una esperienza in cui, tramite la metodologia Future Lab, gli studenti delle superiori hanno avuto modo di sperimentare competenze trasversali nella progettazione di una “scuola del futuro”, favorendo così “una cultura del futuro”. Dalle conclusioni emerge l’importanza del contesto scolastico a livello di apprendimento e di comprensione dell’adolescenza, oltre la necessità di promuovere un cambiamento concre- to, con il coinvolgimento degli adulti e delle istituzioni. Tale metodologia potrebbe essere sistematizzata al fine di promuovere un cambiamento scolastico, partendo dalle necessità stesse degli studenti, rendendoli attivi protagonisti del proprio percorso di apprendimento.