Rivista N. 2/2019
Perché ha ancora senso parlare d’orientamento nell’era della complessità?
Speranzina Ferraro
Il presente contributo parte dall’analisi del cambiamento sociale ed economico che ancora attraversa il mondo globalizzato per sottolineare poi la persistente difficoltà della scuola d’oggi di perseguire la sua tradizionale missione, cioè educare i giovani, fornendo loro la formazione necessaria per un inserimento proficuo nella società e nel lavoro. Il processo d’orientamento viene analizzato a partire dalle motivazioni per cui esso, nella sua dimensione educativa, possa diventare la strategia ottimale per preparare le persone a vivere nella complessità e a cogliere il senso della vita, purché s’investa sui docenti e sulla loro formazione integrale.
Progetto IMPROVE. Proposta per un’effettiva continuità degli apprendimenti
Lidia Bertuggia, Silvana Romio e Gruppo di Progetto IMPROVE
Il progetto improve ha studiato due aspetti emersi dal processo d’autovalutazione dei partecipanti: “Continuità e orientamento” e “Competenze-chiave di cittadinanza”. Questo progetto di ricerca-azione ha rilevato l’importanza dell’interazione tra le scuole secondarie di grado diverso, essenziale a garantire la continuità degli apprendimenti. Ha permesso d’individuare indicatori di competenza (disciplinari e chiave di cittadinanza) e bisogni educativi necessari per assicurare un sereno passaggio tra diversi gradi d’istruzione. Ha rilevato inoltre la necessità di una didattica funzionale all’apprendimento che incentivi l’uso del digitale da parte dei docenti e che incoraggi l’interazione tra docenti di diversi gradi d’istruzione, di una didattica interattiva, laboratoriale, che privilegi il problem solving e l’importanza del riconoscimento della complessa professionalità docente da parte della società civile e del governo.
Progetto Con.D.Or. Un percorso d’orientamento dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado
Gianluca Gualdi, Elena Carelli, Alice Lizzori e Maria Assunta Zanetti
Il Progetto Con.D.Or. (Consiglio di Orientamento) nasce presso l’Università di Pavia con un questionario d’orientamento in risposta all’esigenza di alcune scuole del territorio della Provincia di avere uno strumento che fornisse agli alunni un consiglio d’indirizzo scolastico, pensato in base alle loro attitudini e competenze per il terzo anno di scuola secondaria di primo grado. Nel corso degli anni, intorno al questionario Con.D.Or. e al suo profilo d’orientamento, si è sviluppato un vero e proprio percorso d’accompagnamento alla scelta della scuola secondaria di secondo grado. Sono stati pertanto creati laboratori per permettere agli alunni di ragionare maggiormente riguardo al Sé e alle proprie capacità e una serie di questionari, che coprono il percorso scolastico dalla scuola primaria ai primi due anni di scuola secondaria di primo grado fino agli ultimi due anni della scuola secondaria di secondo grado.
Obiettivo del lavoro è quindi presentare la nascita e lo sviluppo di un progetto d’orientamento longitudinale e d’accompagnamento alla crescita.
Garantire pari opportunità agli studenti stranieri nelle scelte scolastiche
Diego Boerchi
Gli studenti stranieri che frequentano scuole italiane tendono a prediligere percorsi formativi professionalizzanti in percentuale maggiore rispetto ai licei. Questo fenomeno, che prende il nome di “segregazione formativa” può essere in parte contrastato attraverso interventi mirati d’orientamento alle scelte scolastiche. L’articolo racconta un modello specifico d’intervento, realizzato e testato all’interno di un progetto che ha coinvolto 68 scuole e 676 studenti. Il confronto con un gruppo di controllo di 724 studenti, con pari caratteristiche, ha dimostrato la sua efficacia nel contrastare il fenomeno sia in relazione alla distribuzione delle scelte relative alla scuola superiore sia al tasso di bocciatura in seconda o terza media.
Prevenire e contrastare il bullismo. L’esperienza del progetto “Peer Help Campania”
Serena Aquilar, Paola Alicandro, Grazia De Angelis, Marina De Blasio,
Concetta Esposito, Maria Concetta Miranda, Valentina Rea e Dario Bacchini
Il presente contributo si propone d’illustrare il progetto “Peer Help Campania” e di valutarne l’efficacia in termini di riduzione di bullismo, cyberbullismo e bullismo omofobico. Il progetto ha utilizzato la peer education e ha coinvolto 1288 ragazzi (età m=15; ds=.73) che frequentavano otto scuole della Campania. Per valutare l’efficacia dell’intervento, il gruppo sperimentale (gs) è stato confrontato con un gruppo di controllo (gc), prima e dopo l’intervento. I risultati supportano l’efficacia dell’intervento: vittimizzazione omofobica e bullismo omofobico si sono ridotti nel gs e sono rimasti stabili nel gc; vittimizzazione tradizionale, bullismo tradizionale e cyberbullismo sono rimasti stabili nel gs e sono aumentati nel gc; la cybervittimizzazione si è ridotta nel gs ed è aumentata nel gc. Tali risultati supportano il valore positivo delle tecniche di peer education nel contrasto al bullismo.
Flipped Classroom e didattica tradizionale. Uno studio in una scuola primaria
Letizia Lazzaretti, Alessia Cadamuro, Gian Antonio Di Bernardo e Chiara Pecini
La ricerca ha coinvolto 41 alunni di quarta primaria tra nove e dieci anni. Il gruppo sperimentale (11 M, 10 F) ha studiato storia tramite la Flipped Classroom (fc), quello di controllo (8 M, 12 F) ha seguito l’approccio tradizionale. Gli obiettivi erano: valutare l’effetto della fc sull’apprendimento e la sua relazione con metacognizione e creatività. Gli strumenti utilizzati sono stati: la versione in italiano del Children’s Perceived use of Self-Regulated Learning Inventory, un questionario sulla metacognizione degli alunni percepita dagli insegnanti, il test di creatività Unusual Uses Test e una verifica sulle conoscenze. Dai risultati emerge che la relazione tra fc e apprendimento è moderata dalla metacognizione. La fc è risultata efficace nel migliorare l’apprendimento soprattutto per gli alunni con bassa metacognizione. Dunque, sembra che chi ha scarsa metacognizione riesca a sopperire alle sue carenze grazie alla fc.
Promozione dell’autonomia scolastica attraverso l’utilizzo di social network
Francesca Derba, Teresa Calabretta e Francesca Cavallini
Il progetto è stato pianificato con lo scopo di promuovere autonomia e motivazione allo studio in due studenti adolescenti attraverso l’utilizzo di social network. Il progetto, basato sulle evidenze sperimentali, è stato organizzato in modo da prevedere una valutazione iniziale e una finale di alcune variabili ritenute rilevanti. Sono stati osservati comportamenti di studio e d’organizzazione e i punteggi alla Prova di Apprendimento del test amos (De Beni, Moè, Cornoldi et al., 2014) e i risultati alla scala dell’autonomia scolastica del test tma (Bracken, 2003). L’intervento ha previsto l’implementazione di una procedura di goal setting associata a una diminuzione del feedback, tramite l’utilizzo di un social network. I risultati suggeriscono che la procedura sia risultata efficace nell’incrementare l’emissione di feedback spontanei tra pari e la gestione organizzativa dello studio e dei compiti.
Proposta di supervisione per tirocinanti. Public Posting e Feedback Informativi
Iris Pelizzoni, Beatrice Lombardi, Maria Chiara Sacchetti, Chiara Marchi e Francesca Cavallini
Il percorso universitario degli studenti di Psicologia prevede un periodo di tirocinio professionalizzante post-lauream, i cui obiettivi sono definiti in modo specifico dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (cnop). Il presente studio vuole proporre l’utilizzo di alcune strategie comportamentali, dimostratesi efficaci in diversi settori, per l’acquisizione di competenze specifiche. Le strategie che risultano più efficaci in letteratura riguardano training che combinano l’utilizzo di public posting e feedback informativi (Duhon et al., 2008; Tosolin et al., 2008), ovvero l’esposizione dei risultati ottenuti attraverso l’uso di grafici, tabelle o cartelloni in luoghi facilmente visibili dagli altri, significativi nel contesto lavorativo. I risultati suggeriscono che la procedura applicata è risultata efficace nell’incrementare i comportamenti desiderati in questo contesto e nel raggiungimento degli obiettivi prefissati con i tirocinanti post-lauream e del Master in Analisi del Comportamento Applicata dell’Università degli Studi di Parma che hanno partecipato allo studio.