Intestazione Rivista Psicologia dell'Educazione
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La rivista quadrimestrale a carattere scientifico e professionale si rivolge a insegnanti, dirigenti scolastici, operatori dei
contesti educativi e formativi, psicologi dello sviluppo, dell’educazione e della formazione e vuole essere espressione della ricerca psicologica nell’ampio e variegato settore educativo

Chiara D’Angelo, Eleonora Reverberi e Chiara Corvino

Quella dello studente-atleta è una figura nuova all’interno del mondo scolastico, riconosciuta anche all’interno dell’ultima riforma del sistema scolastico, la cosiddetta “Buona Scuola”, che prevede una particolare “attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica”. La carriera atletica in alcuni sport inizia già a 10-12 anni, può durare all’incirca 10-15 anni dal momento di massima prestazione e richiede un ingente investimento in termini di tempo impiegato in allenamenti (fino a sei-sette ore al giorno) e gare, così come risorse economiche, fisiche e mentali. Tutto questo si svolge in concomitanza con anni molto importanti del percorso scolastico, ossia la scuola superiore e l’università, e genera appunto la figura dello studente-atleta, che deve tenere insieme lo sport con la scuola. Definendo lo studente-atleta e la dual career secondo la letteratura, e tenendo conto delle peculiarità della carriera atletica, è stata raccolta la voce degli atleti, in termini di aspettative e bisogni, conoscenze ed esperienze, criticità e sfide, prefigurazioni rispetto al futuro. Hanno riposto a un questionario esplorativo 115 atleti italiani di svariati sport. Dai dati emerge che gli atleti desiderano portare avanti sia l’educazione che la carriera sportiva, ma ciò comporta un ripensamento dei tempi e delle modalità di studio, non tanto in termini quantitativi quanto di spazi e figure di riferimento; considerano la famiglia come principale supporto in questo percorso, ma segnalano anche la necessità di essere supportati dal mondo sportivo (allenatore), dalla scuola (con una maggiore flessibilità in tempi e modalità di studio) e la necessità di avere figure specifiche di riferimento, esterne a questi due mondi, oltre alla voglia di incontrare il mondo del lavoro grazie ad esperienze pratiche. Sono discusse implicazioni per il ruolo degli insegnanti, utilizzando un approccio olistico.

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